Lettera Banca Popolare di Bari
Gentile Direttore,
Banca Popolare di Bari non rischia il default: già nei primi sei mesi del 2017 ha avuto una raccolta pari a 14,5 miliardi di euro e gli impieghi ammontano a 9,2 miliardi di euro; la liquidità disponibile è di oltre 2 miliardi di euro, quasi il doppio del minimo stabilito. La Banca è al di sopra delle vigenti soglie regolamentari comunicate all’interno del processo periodico denominato Srep. Quanto all’illiquidità del titolo, vale la pena rimarcare che le difficoltà incontrate dai soci nella vendita delle azioni non sono in alcun modo indice di difficoltà patrimoniali e o di stress di liquidità. L'idea di collegare, come fa "Repubblica” oggi in un articolo firmato da Claudio Tito, un'inchiesta della magistratura a carico dell'istituto di credito alla eventualità di default, è priva di fondamento. Per l'ossequio che dobbiamo all'autorità giudiziaria non ci permettiamo di entrare nel merito del procedimento penale, giacché tutti i necessari chiarimenti dovranno essere dati all'Ufficio requirente prima ancora che all'opinione pubblica nel pieno rispetto del segreto istruttorio. Ma per il patto di lealtà e trasparenza che ci lega a decine di migliaia di soci e clienti, è inevitabile sgombrare il campo da quelle che appaiono al di là di ogni ragionevole dubbio come illazioni. Quanto alla trasformazione in Spa, attendiamo serenamente il giudizio della Consulta qualunque esso sia. Agitare il fantasma di una crisi senza vie d'uscita, provoca spauracchi, se non addirittura panico, che rende ancora più difficile il lavoro di chi da sempre è impegnato nella rinascita del Mezzogiorno.
Ufficio stampa Banca Popolare di Bari